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La Tecnica salverà il mondo.

E noi, per parlare di Leadership, ripartiamo nientemeno che dai Miti Greci, dal luogo dove i cambiamenti decisivi avvengono al di qua di ogni acquisizione tecnica.

E non ci limitiamo a tornare lì perché si tratta di un viaggio avvincente e suggestivo: crediamo che il mito sia il più potente ed efficace strumento evolutivo che abbiamo per connetterci a noi stessi e agli altri, per realizzare la nostra unicità e motivare gli altri a farlo, per far accadere le cose che non ci accadono. E questo non è un tema per professori di storia e filosofia, o per grecisti: è un tema che interessa tutti noi, dal focolare delle nostre case, alle arene delle nostre battaglie, alle vette olimpiche dei nostri ruoli di governo di grandi o piccole comunità. E’ attraverso il mito che incontriamo le nostre capacità e i nostri talenti, ma anche le nostre debolezze, i nostri limiti, le nostre paure. E’ attraverso il mito che incontriamo ciò che ci rafforza e ci dà energia, e ciò che, invece, ci indebolisce e boicotta i nostri piani. 

Vi siete mai chiesti cosa guida il vostro agire? Che cosa influenza il vostro stile relazionale, per esempio? I vostri risultati professionali? Si tratta della chiarezza della ragione o di un sapere istintivo e selvaggio, di brama di potere o di una volontà altruistica, di bisogno di equilibrio e stabilità o di ricerca di nuove esperienze? 

E se ora trasformassimo questi concetti astratti in nomi di divinità? Se trasformassi la domanda e vi chiedessi quale dio presiede alle vostre motivazioni

Immaginate che a discutere dentro di voi – più o meno armoniosamente, più o meno bellicosamente – ci siano Athena, Artemide, Zeus, Demetra, Hestia, Hermes. Immaginate che ognuno abbia una sua identità, veda le cose dalla sua prospettiva e la consideri autentica, che ognuno incarni una visione del mondo e condanni quella opposta, che ognuno agisca uno specifico sistema di valori e credenze, un preciso ideale di uomo, di donna, di leader. 

Per Zeus, per esempio, un leader decide e dà ordini; per Poseidone motiva; per Demetra sostiene la crescita altrui; per Hestia ispira con la sua sola presenza.

Qual è il modello mitico al quale facciamo inconsapevolmente riferimento quando prendiamo una decisione, compresa la più semplice e quotidiana come la scelta di un abito nell’armadio, il tempo da dedicare al cellulare, la modalità di risposta ad una provocazione? In noi prevale l’ideale di misura di Apollo, lo spirito guerriero di Ares, o lo slancio creativo di Afrodite? 

Se vogliamo comprendere davvero noi stessi, ciò che nelle nostre vite ci appare come un ‘successo’ o un ‘fallimento’, se vogliamo cambiare e far accadere qualcosa di diverso, risolvere ciò che non abbiamo ancora risolto, è necessario ritornare alle origini, all’origine dell’esperienza, al mito che ha lasciato la prima impronta nel nostro immaginario. E’ necessario ascoltare e comprendere fino in fondo le istanze di rigore di Athena, l’impulso al conflitto fisico e verbale di Ares, i silenziosi bisogni espressivi di Efesto, i sogni di umanità e bellezza di Poseidone. Ognuna di queste istanze divine ci mostra qualcosa di noi.

Il nostro immaginario affonda le sue radici nel mito greco. 

Le nostre vite ripercorrono le sue tracce. 

Ogni volta che ci preoccupiamo per un collaboratore mettiamo in scena il mito di Demetra; quando risolviamo con la battuta scherzosa evochiamo Hermes; quando prendiamo le distanze facciamo valere la legge di Apollo; quando esageriamo e distruggiamo cediamo a Dioniso.

Abbiamo abbandonato le nostre radici mitiche e così perso il valore delle origini. Non soltanto il valore culturale, ma anche quello umano, esistenziale. Ritornare ad attingere le nostre conoscenze su noi stessi dalle storie dell’umanità non significa recuperare il passato, ma riattivare un potenziale umano primordiale ed eterno, evocare la Leadership eterna. Significa scegliere di illuminare la matrice delle nostre difficoltà e dei nostri problemi, ma anche del nostro successo e del nostro benessere. Quale mito ci boicotta e quale, invece, ci potenzia?

Immagino che anche le vostre vite siano costellate da obiettivi irrealizzati, progetti sospesi, o semplicemente da situazioni che si ripetono sempre uguali, come una specie di destino.

Dove, quando, come si sono formati per la prima volta il ‘problema’ e la visione del mondo che lo alimenta? Quali tracce seguiamo e quali energie evochiamo ogni volta che contattiamo quei problemi, quelle difficoltà, quei blocchi creativi e produttivi?

C’è un nesso inscindibile tra la nostra vita e il mito: le componenti mitiche dei nostri pensieri determinano i significati emozionali della nostra esistenza. Quelli decisivi, quelli che agiscono in maniera più forte e potente di qualunque motivazione razionale. Quelli che mettono davanti ai bivi e determinano i destini.

Vi siete mai accorti che le scelte più importanti della vostra vita sono state compiute per un movente sconosciuto, misterioso? Come sconosciuto e misterioso è ciò che a volte vi ha fatti deviare, cambiare radicalmente direzione, e irrimediabilmente boicottato il raggiungimento di obiettivi dei quali sembravate convintissimi?

Gli dei dell’Olimpo, mirabilmente raccontati da James Hillman e Jean Bolen come rappresentanti di archetipi, di modelli originari dell’esperienza umana, non sono figure astratte e lontane, ma ci riguardano molto da vicino e sono dentro ognuno di noi come eredità ancestrale ineludibile. 

L’impulso guerriero è dentro di noi prima di averne fatto esperienza. E lo sono anche la brama di dominio, il desiderio di bellezza e avventura, l’attitudine alla cura degli altri. Sono dentro di noi e influenzano in modo invisibile e potentissimo i nostri stati d’animo, i nostri comportamenti, le nostre relazioni, i nostri risultati, la nostra Leadership.

Il mito non descrive un mondo scomparso, il mito crea la realtà che viviamo. Ciò che otteniamo o non otteniamo andrebbe cercato lì, nella storia che legittima e sostiene le nostre scelte. Se vi sembra astratto pensate a quale di questi pensieri sentite più affine: “La ragione sta al di sopra di ogni cosa”, “Prima di tutto la mia libertà”, “Prima il dovere poi il piacere”, “La vita è un gioco”, “La vita è una battaglia”, “Io non sono come voi”, “Gli altri hanno bisogno di me”. Sono i pensieri narrati da alcuni degli dei che ho menzionato. Pensate davvero che il nostro pensiero dominante, quello che ci accompagna fedele e fiero nella vita quotidiana senza farsi notare, non c’entri nulla con i nostri problemi di Leadership, con i nostri obiettivi irrealizzati, con le relazioni fallite, i sogni infranti?


Autore: Lara Meroni – Copyright ©  Entelekeia srls, Tutti i diritti riservati.